sabato 6 febbraio 2010

SOLE, CUTE E TUMORI CUTANEI

La luce del sole ha sempre significato per l’uomo sinonimo di benessere fisico, di culto e di adorazione. Ai nostri giorni il sole si è trasformato in un fenomeno di moda: una pelle abbronzata è considerata segno di salute, di benessere, di distinzione e prestigio sociale. Viene associata ad un’ immagine di successo, giovinezza e seduzione.
Il sole, se preso con moderazione e seguendo determinati accorgimenti, aiuta a stare bene e agisce favorevolmente sul tono dell’umore, rivelandosi un valido ed efficace antidepressivo naturale. Inoltre, l’esposizione solare stimola la produzione di vitamina D nella cute e contribuisce ad aumentare le difese immunitarie.
Tuttavia, un eccesso di sole può essere dannoso per la nostra salute con effetti immediati e soprattutto a lungo termine. La dose totale di radiazioni ultraviolette accumulata nel tempo è responsabile sia dell’invecchiamento della pelle (photoaging), sia di lesioni precancerose della pelle, le CHERATOSI ATTINICHE, che di veri e propri tumori cutanei: MELANOMA, BASALIOMA E CARCINOMA SPINOCELLULARE.

CARCINOMA BASOCELLULARE O BASALIOMA



Il basalioma è una neoplasia epiteliale maligna, che origina dalle cellule dello strato basale dell’epidermide, rarissimamente metastatizzante. E’ la neoplasia cutanea più comune nella razza bianca, quattro volte più frequente del carcinoma spinocellulare, rarissima nei neri, compare di solito dopo i 40 anni di età.
Tra i fattori predisponenti, i più importanti sono la fotoesposizione prolungata e cronica e le ustioni solari; altri fattori di rischio sono il fototipo chiaro, la familiarità, le radiazioni ionizzanti, ulcere croniche, traumi locali e terapie immunodepressive. A differenza del carcinoma spinocellulare, non vi sono condizioni premaligne.
La maggior parte dei basaliomi insorge al capo, collo, viso e tronco e non è raro diagnosticare più basaliomi contemporaneamente.
Clinicamente, l’aspetto classico del basalioma è quello di una papula o di un nodulo di colore rosato, raramente pigmentato, translucido, con superficie liscia, talvolta squamosa o ulcerata. Il basalioma che insorge sul viso è pericolosa perché può essere rapidamente ulcerativa ed infiltrante sin dai primi stadi (ulcus rodens). Oltre alla forma nodulare, si possono riscontrare due varianti cliniche: il tipo superficiale, che ha l’aspetto di una chiazza eritematosa, con bordo leggermente rilvato e parte centrale desquamante e atrofica, simile ad una chiazza di eczema o psoriasi, ed il tipo sclerodermiforme, che insorge quasi eslusivamente sul viso ed appare come una chiazza color avorio a margini indefiniti.
Il basalioma, per quanto sia definito maligno, è caratterizzato da un decorso lento e progressivo a livello cutaneo, praticamente benigno. Rappresenta una vera eccezione la crescita in profondità e lo sviluppo di metastasi.
La terapia d’elezione è l’escissione chirurgica ambulatoriale con successivo esame istologico.
Considerando dunque che il basalioma è un tumore a lenta crescita, che compare nelle zone del corpo fotoesposte e che può essere multiplo, la prevenzione basata su una corretta esposizione solare e su controlli periodici della propria pelle da parte di uno specialista, è basilare per una diagnosi precoce.

CARCINOMA SQUAMOCELLULARE


Il carcinoma spinocellulare, o squamocellulre, è un tumore maligno che deriva dai cheratinociti dell’epidermide ed è in grado, seppur raramente, di dare metastasi a distanza.
La sua frequenza è sicuramente sottostimata, essendo circa 8 volte più frequente del melanoma, il quale costituisce il quarto tumore più frequente nell’uomo.
I fattori di rischio principali sono: le radiazioni ultraviolette naturali (sole) e artificiali (lettini abbronzanti), il fototipo chiaro (pelle chiara, occhi azzurri, efelidi) e l’età medio-avanzata.
Altri fattori predisponenti sono di tipo ambientale, come fumo, catrame, petrolio, oli minerali, arsenico, radiazioni ionizzanti, e di tipo individuale, come le terapie immunosoppressive (es chemioterapia), radioterapia ed alcune malattie genetiche (albinismo). Vi sono inoltre alcune patologie cutanee preesistenti che predisongono allo sviluppo del carcinoma, come le ulcere croniche, la radiodermite, il lichen sclero-atrofico e le infezioni da parte di particolari ceppi di papilloma virus.
Nella maggioranza dei casi tuttavia, il carcinoma spinocellulare nasce su cute esposta sia ex novo sia soprattutto dalla degenrazione di una cheratosi attinica.
Clinicamente si manifesta come una lesione rilevata sulla superficie cutanea, di colore rosso-marrone, talvolta crostosa al tatto, che con il tempo diviene più larga, più rilevata, ulcerata e sanguinante. Ad ogni evoluzione visibile sulla superficie della pelle, corrisponde una crescità in profondità della neoplasia.
La terapia di prima scelta è l’asportazione chirurgica radicale del carcinoma, in ambito ambulatoriale. La lesione così asportata viene poi inviata all’istopatologo per l’esame istologico. Questo esame è fondamentale oltre che per la diagnosi di certezza della malattia, anche per sapere la profondità raggiunta dal tumore. Sarà questa l’informazione in base alla quale si potrà decidere se l’asportazione chirurgica è stata risolutiva (non vi sarà dunque necessità di fare altro) o se, viceversa, si dovrà effettuare un secondo interento di allargamento e lo studio radiologico dei linfonodi e di altri distretti corporei per escludere eventuali metastasi.
E’ doveroso sempre ricordare, da un punto di vista della prevenzione, soprattutto nei soggetti predisposti, l’importanza di una corretta esposizione solare e i controlli periodici della propria pelle da parte di uno specialista.

CHERATOSI ATTINICHE



CHERATOSI ATTINICHE

Le cheratosi attiniche consistono in un’ alterazione delle cellule dell’epidermide, causata dalla fotoesposizione cronica e quindi legata al danno cumulativo delle radiazioni solari sulla cute. Le cheratosi attiniche rappresentano la più comune precancerosi cutanea. Esse, infatti, pur essendo di per sé benigne, evolvono, in un tempo variabile, nel carcinoma maligno spinocellulare.
Più comuni in soggetti di pelle chiara e di età medio-avanzata, le cheratosi attiniche si manifestano sottoforma di lesioni circoscritte (1-2 mm di grandezza) caratterizzate inizialmente dalla comparsa di un’ area eritematosa con teleangectasie e successivamente dalla formazione di un’ ipercheratosi, cioè un ispessimento della pelle con formazione di una squama aderente, ben apprezzabile dalle dita con la sensazione di “granello di sabbia”, il cui tentativo di distacco determina un lieve sanguinamento. Le cheratosi attiniche si presentano di solito in elementi multipli contemporanei ed insorgono prevalentemente sul cuoio capelluto (in soggetti con calvizie), viso, padiglioni auricolari, dorso delle mani ed avambracci.
Quando la cheratosi attinica tende a rilevarsi sulla superficie cutanea, con comparsa di un bordo eritematoso o di un’erosione superficiale, si deve sospettare l’evoluzione verso un carcinoma spinocellulare.
Le cheratosi attiniche si curano facilmente con la crioterapia; se sono molto estese e numerose, si possono trattare con dei prodotti topici, come il Solaraze gel, a base di acido salicilico, o con la terapia fotodinamica.
E’ importante ricordare, da un punto di vista della prevenzione (in particolare nei soggetti predisposti con pelle chiara, occhi azzurri, efelidi), l’uso delle creme protettive ed una corretta esposizione solare.